COMUNICATO STAMPA
I dirigenti d’azienda di Federmanager Roma:
Il nostro impegno per la rinascita economica di Roma e della Regione Lazio
Un secco NO ad utilizzare Roma come teatro di battaglia politica
Roma, 24 giugno 2017 – Una sferzata affinché il rallentamento della ripresa non faccia troppi danni e per mitigare i rischi di una involuzione, unita alla richiesta di esonerare la Capitale dal ruolo di teatro di scontro fra fazioni politiche. E’ questa la richiesta dei manager di Roma e Lazio alle istituzioni emersa durante l’assemblea annuale di Federmanager Roma, alla luce dei dati in chiaroscuro espressi dal rapporto Bankitalia e della recrudescenza del dibattito politico sulle sorti di Roma. All’Assemblea, introdotta dai saluti di Stefano Cuzzilla, Presidente Federmanager e di Giacomo Gargano, Presidente Federmanager Roma, hanno partecipato, tra gli altri: Gennaro Vecchione, Direttore Generale Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza della Repubblica; Nicolò Marcello D’angelo, Prefetto già Vice Capo della Polizia; Giovanni lo Storto, Direttore Generale Luiss Guido Carli, Claudio Lotito, Presidente della Lazio ss.; William De Vecchis, Vice Presidente Commissione Lavoro pubblico e privato Senato della Repubblica, Annamaria Parente, Vice Presidente Commissione Lavoro Pubblico e Privato Senato della Repubblica, Filippo Tortoriello, Presidente Unindustria, Riccardo Pedrizzi, Presidente Nazionale C.T.S. Ucid.
La kermesse è stata impreziosita dalle testimonianze di Mario Trimeri, manager e primo scalatore al mondo ad aver scalato le Seven Summits e le Volcanic Seven Summits, Raffaele Zurlo CEO Brenner Basis Tunne.
“Gli obiettivi da perseguire sono tanti e ambiziosi – ha dichiarato il presidente di Federmanager Roma, Giacomo Gargano – ma allo stesso tempo irrinunciabili, soprattutto per un territorio come il nostro che non soltanto deve ripartire, ma deve recuperare il terreno perso. Roma paga lo scotto di essere terreno di battaglia tra i poteri forti, nazionali e internazionali, portando sulle spalle una zavorra che frena la crescita e può vanificare ogni sforzo di ripresa.
“Per fortuna – ha continuato Gargano — l’economia laziale ha un’eredità di primati e valore che l’attuale rallentamento scalfisce ma non abbatte e ancora una volta il management industriale mette le proprie competenze e i propri valori al servizio della collettività. I rischi di un’involuzione economica sono dietro l’angolo, occorre uno sforzo superiore da parte di tutti gli attori coinvolti. Noi siamo pronti.” “Il Lazio deve tornare a essere motore di sviluppo per il Paese – ha sottolineato Stefano Cuzzilla, Presidente Federmanager – In questa regione vantiamo settori importanti, dal farmaceutico all’edilizia, passando per la meccanica, la logistica e i servizi. Sono realtà che vanno sostenute. In particolare in questo momento storico le amministrazioni pubbliche e le organizzazioni di rappresentanza di manager e imprese devono dialogare per concretizzare iniziative congiunte che aiutino il rilancio del tessuto produttivo”. I Dati – Secondo i dati Bankitalia il Lazio ha rallentato e cresce molto più lentamente rispetto al resto del paese anche in ambiti dove eravamo soliti superare la media nazionale. Un rallentamento dell’economia laziale dovuto, in particolare, a una diminuzione del comparto servizi e del turismo sempre più low cost. Da evidenziare la tenuta dell’industria, la cui crescita è frenata nel 2018 dal calo delle esportazioni. Fortunatamente la prima metà del 2019 segna una ripresa di appalti ed esportazioni con un +21%. Massima priorità va assicurata dunque alla ripresa di opere pubbliche e infrastrutture. Fondamentale è il sostegno all’automotive e alle rinnovabili che consentono la riduzione dei costi energetici e restano settori strategici per la crescita del nostro territorio. L’occupazione a livello regionale resta stabile, grazie alla crescita degli occupati nell’industria che bilancia il calo di occupazione nei servizi, fattore comunque preoccupante al pari del crollo del 16,2% degli investimenti pubblici. Se da un lato abbiamo l’aumento al di sopra della media nazionale delle aziende industriali in crescita, dall’altro i servizi hanno segnato un crollo del 15% sul fronte di aziende con investimenti in aumento.
Le aziende che investono maggiormente in capitale umano e rispondono meglio in termini di crescita e competitività restano quelle più strutturate, dove spesso già è presente una forza manageriale. Mentre la managerializzazione delle Pmi resta obiettivo fondamentale in termini di aspettative di crescita e competitività del nostro paese. “E’ la nostra speranza – continua Gargano – che lo Stato faccia riprendere le opere pubbliche e le infrastrutture”.
“Per fortuna lo Stato – ha sottolineato Gargano – è tornato a occuparsi di sostenere le PMI. Bene il sostegno, bene che si sia appena deciso di non procedere a un regime di monopolio dei crediti garantiti alle imprese, lasciando che confidi e rapporti diretti con le banche nutrano un mercato di libera concorrenza. Ma la managerializzazione delle Pmi è e resta obiettivo fondamentale per sottrarle a un’eccessiva esposizione ai rischi d‘impresa e per migliorarne la competitività”.
“Oggi – ha concluso il presidente Gargano – abbiamo di fronte due importanti sfide imprenditoriali: la capacità di internazionalizzare guardando ai mercati esteri e quella di imparare a fare “rete” costruendo sinergie tra Pmi”.