I manager? In prima fila per l’etica e la legalità
Questo il messaggio lanciato dal presidente di Federmanager Roma, Giacomo Gargano, nel corso del workshop “Manager e legalità”, svoltosi il 19 aprile per iniziativa di Federmanager Roma nell’ambito del VI Salone della Giustizia
“I manager? Sono paladini dell’etica e della legalità, e non è ammissibile che pochi casi isolati rovinino la reputazione di una categoria fatta di 180 mila persone che lavorano, che mandano avanti le aziende in ruoli di grande responsabilità, che svolgono una funzione centrale per lo sviluppo economico e sociale del Paese”: così il presidente di Federmanager Roma, Giacomo Gargano, ha introdotto il workshop “Manager e legalità”, svoltosi il 19 aprile per iniziativa della Federazione dei dirigenti industriali di Roma e Lazio, nell’ambito del VI Salone della Giustizia in corso di svolgimento a Roma.
Al centro del dibattito, il rating di legalità delle imprese, istituito nel 2012 dall’Autorità Antitrust, sul quale si sono confrontati, sotto la moderazione dalla direttrice di Angelipress.com, Paola Severini Melograni: Michele Corradino, Consigliere Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC); Gabriella Muscolo, Componente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM); Stefano Cuzzilla, presidente Federmanager; il gen. Gennaro Vecchione, Comandante delle Unità Speciali della Guardia di Finanza; Margherita Bianchini, Deputy Director General and Head of Corporate Legal Affairs di Assonime; Filippo Tortoriello, presidente e amministratore delegato di Gala Spa.
Per il presidente di Federmanager Cuzzilla, “la legalità è una scelta costitutivamente manageriale. Per fortuna il successo di un business è sempre più collegato al rispetto delle regole. Avviene così a livello internazionale, ed è bene che sia così anche nel nostro Paese, che può sperare di crescere solo grazie all’impegno di manager e lavoratori onesti e responsabili”. Per queste ragioni, ha concluso Cuzzilla, “grazie all’intuizione di Federmanager Roma abbiamo deciso di partecipare al 6° Salone della Giustizia, un luogo di riflessione importante su questi temi».
Il consigliere Michele Corradino ha incentrato il proprio intervento sul nuovo Codice degli appalti, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 19 aprile 2016 come Decreto Legislativo 50/2016, definendolo “un cambiamento epocale in un settore di forte rilievo per l’economia nazionale, pari a 100 miliardi di euro all’anno (escluso l’indotto) ossia al 7 per cento dell’interno Prodotto interno lordo”. Per Corradino, “con la nuova disciplina muta radicalmente il rapporto fra Amministrazione e impresa: un rapporto che si fa più diretto e meno burocratico, finalizzato alla conoscenza e alla valutazione reciproca, improntato a una logica di efficienza e di innovazione”. Il futuro del nuovo Codice degli appalti è una sfida per tutti, ha concluso il consigliere ANAC: “Per la PA e per le imprese, ma anche per il Legislatore, chiamato a regolare in maniera chiara ed efficace (si pensi alla nuova normativa di regolamentazione delle lobby) il nuovo rapporto che si instaura fra pubblico e privato”.
Gabriella Muscolo ha spiegato le ragioni che hanno portato l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ad istituire il rating di legalità: “Fornire alle imprese un incentivo a informare la propria attività al rispetto di principi di legalità ed etici prevedendo forme premiali sotto il profilo economico e sotto quello reputazionale”. E ha aggiunto: “Per decollare, il rating di legalità non può fare affidamento solo sull’onestà dell’impresa, deve rappresentare anche un elemento di convenienza economica: in altre parole, l‘impresa deve sapere che se rispetta le leggi e collabora alla denuncia dei reati più gravi, che rendono opaco e vischioso l’esercizio delle attività economiche, avrà dei vantaggi nell’accesso al credito e ai finanziamenti pubblici. In questo senso – ha concluso – assume rilievo il Regolamento MEF/MISE del 2014, in cui si tiene conto del rating di legalità attribuito alle imprese ai fini della concessione di finanziamenti”.
L’avv. Margherita Bianchini, di ASSONIME (Associazione fra le società italiane per azioni), ha sottolineato l’aspetto della prevenzione: “Per combattere la corruzione – ha affermato – occorrono efficaci sistemi preventivi che scoraggino i comportamenti illeciti tanto nell’esercizio dell’attività d’impresa quanto nella Pubblica amministrazione. In questo senso – ha continuato – la legge che ha avviato un processo di cambiamento culturale per le imprese è stata la 231/2001, che ha incentivato l’istituzione di presidi organizzativi in funzione di prevenzione”. Ma perché tali presidi funzionino, ha concluso, “un ruolo fondamentale è svolto dalla formazione del personale e dei manager, che devono diffondere all’interno dell’impresa le scelte di legalità della società e le procedure necessarie al monitoraggio e alla trasparenza”.
Il Generale Vecchione, dopo aver presentato il complesso dell’attività della Guardia di Finanza in Italia (ad oggi un unicum nel panorama internazionale), ha illustrato il ruolo di verifica e controllo da essa svolto in diretta collaborazione con l’Autorità Nazionale Anticorruzione e dell’Antitrust, che dispongono ciascuna di un Nucleo Speciale “ad hoc”, oltre a potersi avvalere di tutta la Componente territoriale della G. di F. “La questione del rating di legalità si pone a corollario di una serie di azioni concatenate – afferma il Generale Vecchione – che vanno dalla lotta alla corruzione, al controllo degli appalti pubblici ed al contrasto, a supporto dell’Antitrust del fenomeno dei “cartelli di imprese”, che ostacolano la concorrenza ma che hanno effetti anche in termini di danni per l’erario”.
A portare la testimonianza di un’azienda che ha percorso l’iter di ottenimento del rating di legalità è stato Filippo Tortoriello, presidente e amministratore delegato di Gala, quarta azienda di energia elettrica in Italia. “Parlare di etica e legalità – ha affermato – significa operare un profondo cambiamento culturale nell’impresa. Vuol dire creare i presupposti di una cultura anglosassone in cui l’impresa è gestita senza alcuna logica familistica ma è improntata ai criteri della trasparenza e dell’affidabilità. Questa cultura – ha concluso – è il terreno ideale nel quale si innesta il ruolo del manager. Le aziende devono crederci e avere coraggio”.
“Quello della legalità – ha concluso il presidente di Federmanager Roma Giacomo Gargano – è un valore che nasce dall’educazione familiare e da quella civica. Oggi, troppo spesso, questi valori sembrano abdicare a messaggi di egoismo, prepotenza, arroganza che spesso finiscono con lo sconfinare nell’illegalità”. L’educazione, ha concluso Gargano, è fondamentale: “È dalla scuola, oltre che dalla famiglia, che si costruiscono i futuri cittadini del nostro Paese”.