Tutto in via telematica e attraverso il metodo del “libretto famiglia”. Occorre prenotarsi per ricevere nel portafoglio elettronico il bonus fino a 600 o 1.000 euro. Le singole ore di lavoro valgono 10 euro e possono essere svolte anche dalla “tata” già in servizio. Grosse novità in tema di assegni e pensioni per invalidità civile: dal 1° giugno l’Inps accorcia e razionalizza le procedure. Ulteriore apertura nella riscossione delle pensioni: si può chiedere il pagamento in qualsiasi ufficio postale.
Per dare validità alla domanda di bonus per il baby-sitting occorre partire da un’“anteprima”: registrarsi sulla piattaforma delle prestazioni occasionali (metodo libretto famiglia), operazione condotta in tandem dal genitore che chiede il bonus (600 o 1.000 euro a seconda dei casi) e la baby sitter. Se i genitori non fanno parte dello stesso nucleo familiare è ammesso trasferire la titolarità dell’operazione in capo alla persona (in genere i nonni) che convive con il minore. Come fare? Si entra nel capiente ventre dell’Inps in due modi principali: 1) direttamente on-line da solo o attraverso l’assistenza richiesta agli operatori del call-center; in entrambi i casi è necessario essere conosciuti dall’Istituto di previdenza e perciò avere già il Pin personale; 2) oppure, abbandonando il circuito Inps, ricorrere ai servizi telematici degli enti di patronato o dei professionisti intermediari abilitati (consulenti del lavoro, avvocati, commercialisti, ecc.). Dopo avere dato le informazioni necessarie per identificare il rapporto bisogna chiarire come si vuole essere pagati. Qui occorre fare attenzione ai tempi successivi e procedere a quella che l’Inps definisce “appropriazione telematica” di esso (!), da portare a compimento entro 15 giorni “solari” (stiamo usando sempre il linguaggio Inps) da quello in cui è stata ricevuta la comunicazione di accoglimento della domanda. In altri termini dare il proprio assenso-conferma all’operazione tramite i canali telematici indicati nella domanda stessa: sms, indirizzo mail o Pec. Se il termine viene superato l’Inps stabilisce a priori che i soggetti interessati hanno rinunciato al bonus. Se invece l’operazione di appropriazione è condotta nei termini, l’interessato trova nel proprio “portafoglio elettronico” l’importo concessogli e può quindi pagare la baby sitter per il lavoro svolto. Di ciò va data poi conferma all’Inps, sempre attraverso la piattaforma. Con il libretto famiglia possono essere pagati i lavori attuati a partire a ritroso dal 5 marzo 2020 e fino al periodo in cui gli asili nido normalmente chiudono i servizi educativi scolastici. Due importanti chiarimenti: 1) i servizi svolti nel mese e comunicati all’Inps entro il giorno 3 del mese successivo vengono pagate entro il 15 del mese stesso, accreditando la somma sullo strumento di pagamento indicato dalla baby sitter all’atto della registrazione; 2) i servizi sono pagati con 10 euro l’ora (o suoi multipli), per cui l’importo richiesto a titolo di bonus deve essere necessariamente pari a 10 euro o multipli di 10. Tutto ciò naturalmente fino al massimo rispettivamente di 600/1.000 euro, a seconda della categoria di appartenenza del genitore richiedente il bonus. Il termine ultimo per inserire le prestazioni in procedura è fissato al 31 dicembre 2020. Un consiglio: è opportuno operare senza perdere tempo, in quanto il bonus, almeno per questi primi tempi, è compreso in un budget di soli 30 milioni. E’ importantissimo chiarire che per fruire del bonus non è necessario chiedere il servizio a una baby sitter diversa da quelle eventuali precedenti. La lavoratrice che rientra nel perimetro del bonus può essere la stessa che viene normalmente utilizzata dalla famiglia o che ha cessato da meno di sei mesi un rapporto di lavoro subordinato. In questa ipotesi la famiglia può avere il bonus per remunerare le ore aggiuntive svolte dalla lavoratrice già assunta con mansioni di lavoro domestico e per l’assistenza e sorveglianza dei minori. In sostanza l’Inps pone un paletto: per fruire del bonus la “tata” già in servizio deve fare più ore di lavoro rispetto a quelle abitudinarie e concordate al momento dell’assunzione. Dal punto di vista pratico nascono conseguenze di natura amministrativa. Diventa necessario aprire una contabilità separata poiché con il bonus viene stabilito un importo orario di 10 euro, che può essere superiore alla retribuzione oraria concordata in busta paga. Di fatto con il bonus da 600 euro si potranno retribuire circa 13 ore in più rispetto all’orario standard (che sale a 23 ore nel caso di bonus da 1.000 euro), considerando che l’importo è stato pensato per coprire il periodo di chiusura delle scuole ad oggi stabilito (5 marzo/3 aprile).
INVALIDITA’ CIVILE DAL 1° GIUGNO 2020
Talvolta anche la burocrazia sa indietreggiare. E’la volta dell’Inps che rende più agevole i contatti con chi chiede una prestazione di invalidità civile. Dal 1° giugno 2020 diventa più semplice presentare le richieste legate all’invalidità civile, al sordomutismo e alla cecità. Il sistema viene compattato e sicuramente consente di ridurre i tempi di attesa tra domanda (del cittadino) e risposta (dell’Inps). Finora occorreva presentare due domande: la prima per far riconoscere l’invalidità, la seconda per chiedere la prestazione economica: assegno, pensione, indennità. Con un notevole perdita di tempo. Per ridurre i tempi di attesa l’Inps ha introdotto – in fase sperimentale e solo per le domande trasmesse on-line dagli Enti di patronato – un processo di semplificazione delle domande per le persone di maggiore età: quello di anticipare al momento della presentazione della domanda di invalidità le informazioni di natura socio-economica, le modalità di pagamento degli assegni, le eventuali deleghe a terzi, ecc. L’esperimento è andato a buon fine e perciò dal 1° giugno la modifica vale per tutti: domanda di accertamento sanitario e richiesta di pensione con inserite alcune dichiarazioni di responsabilità diventano un tutt’uno. Di modo che, esaurita la fase con il responso dei medici, gli uffici possono mettere subito mano al risvolto pensionistico. In alcuni casi, assolutamente marginali, resta necessario presentare anche il tradizionale modello AP/70: quando la persona è ricoverata al momento della domanda, o ha un’altra prestazione di invalidità.
PENSIONI, PAGAMENTO ALLA POSTA
Bene ha fatto il Governo ad anticipare il pagamento delle pensioni presso gli uffici postali nei mesi di aprile-giugno, a partire dal giorno 26 del mese precedente. Ma c’è un problema: Poste italiane in seguito all’emergenza sanitaria in corso ha chiuso o non rende operativi alcuni uffici postali della propria rete territoriale. Sarebbe davvero grave che il pensionato si recasse alla posta e trovasse chiuso. Per superare l’ostacolo l’Inps ha autorizzato, in via eccezionale e transitoria, le poste a pagare le pensioni “in circolarità” su tutto il territorio nazionale. Vale a dire: le rate possono essere riscosse anche in uffici postali diversi da quelli in cui è ordinariamente effettuato il pagamento della prestazione. E’ necessario che gli interessati si presentito con: a) documento di identità; b) tessera codice fiscale. Il pagamento in circolarità è valido fino alla completa riapertura e funzionalità degli uffici postali e comunque fino alla cessazione dell’emergenza sanitaria.